E’ lo stesso Gerolamo nell’Epistola 133,4 a ricordare come all’interno delle eresie, dilaganti fin dai primi secoli del cristianesimo e ben presenti nel IV secolo (priscillianismo, origenismo, montanismo), si possano annoverare accanto agli esponenti delle varie dottrine eretiche alcune donne. Simon Mago ha posto le fondamenta dell’eresia aiutato da Elena, Marcione si è fatto precedere a Roma da una donna per farsi strada, Montano ha avuto Prisca e Massimilla. Ebbene, per converso, è interessante notare come nei testi cristiani di IV e V secolo, allorché i vari autori (Gerolamo, Palladio, [Geronzio]) propongono i medaglioni biografici di quelle donne che sono state exemplum di vita ascetica, essi non si esimano dal dedicare una serie di capitoli allo zelo manifestato da queste donne contro le eresie. Paola (Hier., Ep. 108), Marcella, Poemenia, Melania iunior non sono presentate nell’immobilità di azione, ma animate dalla salda volontà di far trionfare i principi della retta fede a dispetto del dilagare delle dottrine errate. Emergono così con tutta forza dei ritratti di donne che dalla penombra sono trasformate in protagoniste attive nella lotta contro le eresie e in alcuni casi il loro contributo diventa importante e decisivo ai fini dell’estirpazione del movimento dissidente; si veda al riguardo il profilo di Marcella, tracciato da Gerolamo, dove la donna è presentata come la vera e unica protagonista dell’estirpazione dell’origenismo (Ep. 127,9-10). E’ interessante mettere anche a confronto il ritratto positivo di Melania senior fatto da Palladio (Hist. Laus. 46,6) e Paolino di Nola (Ep. 29,11) con il diverso atteggiamento assunto da Gerolamo verso la donna, allorché ella testimonia la sua simpatia nei riguardi di Rufino e dell’origenismo, contro cui, invece, lo Stridonense non perse occasione per scagliare i suoi strali (Ep. 39; Ep. 133,3).
Lo zelo di queste donne per l’ortodossia diventa un sigillum del loro attaccamento religioso alla fede, così che esse possono essere assunte come vero emblema e testimoni del sanctum propositum. Grazie all’amore per la retta dottrina e allo studio della Sacra Scrittura, tutte queste donne sono state capaci di «discernere l’oro nel fango», di abbracciare la lotta contro l’eresia in nome dell’ortodossia.
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