Saturday 11 April 2015

Angela Maria Mazzanti: La "crisi" antropologica (I-II sec.)

L'approfondimento dell'antropologia patristica a partire dai testi genesiaci (1,26-27 e 2,7) nasce dall'esigenza di cogliere i fondamenti ontologici dell'origine umana nella lettura cristiana dei primi due secoli. L'uomo a immagine del Dio invisibile è a immagine dell'Immagine? Le fonti veterotestamentarie e, in particolare, i libri sapienziali, la letteratura giudaico-ellenistica e, fra questi, in primis, le opere di Filone di Alessandria, hanno ripreso i passi inerenti alla creazione con accentuazioni esegetiche specifiche: ne è emerso il tentativo di connessione fra i due racconti protologici e la concezione del nesso noetico-logico come sostanza dell'essere iconico. L'incarnazione di Gesù Cristo, successivamente, comporta la comprensione dell'immagine in relazione all'essenza del Logos storico. I testi neotestamentari e le esegesi dei Padri hanno questo riferimento basilare nella lettura del Genesi. L'indagine verte su un contesto complesso che deve considerare l'importanza con cui il termine immagine era pronunciato in ambito filosofico, più specificatamente, platonico e stoico. Le diverse valenze inerenti alla concezione antropologica affermate dai primi autori cristiani rendono evidente la "crisi" dell'identità dell'uomo.

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